L’obiettivo del corso è quello di sviluppare e migliorare la sinergia Ospedale - Territorio tra le varie figure professionali coinvolte nella prevenzione e nel trattamento delle patologie cardiovascolari.
Perché organizzeremo un corso cardiologico clinico sulla Fibrillazione Atriale e rischio cardiovascolare? Da un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità la stima dei pazienti affetti da fibrillazione atriale nella popolazione italiana è del 10%, circa 610000 persone sono affette da tale patologia con incremento negli ultimi 20 anni del 66% delle ospedalizzazioni dovute a tale patologia. Perché è una realtà con la quale sia i medici di base che gli specialisti si trovano frequentemente a contatto, per la quale bisogna decidere più o meno rapidamente l’iter da intraprendere, perché è un’aritmia con cui si può convivere, certo, ma che può anche essere fonte di gravi complicazioni come l’ictus cerebrale, TIA attacchi ischemici transitori, TEP tromboembolia sistemica, sincopi, SCA sindrome coronarica acuta e scompenso cardiocircolatorio se non correttamente presa in considerazione.
La Fibrillazione atriale che genera fibrillazione atriale un tema attuale e ricorrente considerando le patologie che si associano o che ne contribuiscono l’innesco e l’automantenimento come lo scompenso cardiaco e l’ipertensione arteriosa. Queste patologie creano alterazioni reversibili inizialmente poi trasformatisi in irreversibili generando modificazioni nella struttura atriale che favoriscono il mantenimento patologico. È noto ed è riportato in letteratura che in queste patologie cardiache una cura preventiva, terapeutica ed efficace evita l’insorgenza della fibrillazione atriale, dello scompenso cardiaco e del danno d’organo da ipertensione arteriosa.
Argomento di discussione saranno anche le nuove linee guida ESC: particolare attenzione verrà data alla ridefinizione delle categorie di rischio ed ai benefici che si possono ottenere nel trattamento dei pazienti a rischio cardiovascolare.
Question time:
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- Si può evitare e come prevenire il danno d’organo dell’ipertensione arteriosa e gestire precocemente lo scompenso cardiaco?
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- La terapia precoce con le statine, sia singole che associate, in particolare la loro funzione e quella dei nutraceutici, neologismo sincratico formato dalla fusione di due parole nutrizione e farmaceutica che si riferisce allo studio di alimenti che hanno una funzione benefica sulla salute umana.
Il fine sarà quello di ottimizzare l’approccio terapeutico nelle diverse categorie dei pazienti a rischio cardiovascolare nella quotidianità professionale.
RESPONSABILE SCIENTIFICO
FABIO BELLUZZI
Specialista in Cardiologia, Professore a contratto, Università degli Studi di Milano
FACULTY
Fabio Belluzzi
Specialista in Cardiologia, Professore a contratto, Università degli Studi di Milano
Claudio Ciminiello
Responsabile Centro Ricerche e Studi SIAPAV (Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare) di Milano
Alberto Corsini
Professore Ordinario di Farmacologia, Direttore dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari Università di Milano
Valeria De Micheli
Dirigente Medico, UOS Emostasi e Trombosi, Dipartimento di Area Medica, ASST Lecco
Hernan Polo Friz
Dirigente Medico ad alta specializzazione
Coordinatore dell’area cardiovascolare della Medicina, dipartimento internistico,
ASST Brianza, Ospedale di Vimercate
Docente esterno del Master in Biostatistica e Statistica Sperimentale, Università degli Studi di Milano-Bicocca
Dario Redaelli
Medico di Medicina Generale AST Lecco - SIMG
Roberto Spoladore
Cardiologo presso Unità di Cardiologia, Ospedale Manzoni Lecco